luglio 032017
 

Comunicato CGT Settore Sociale

BASTA L'IMPUNITÀ PER GIUSTIFICARE IL BUSINESS DEI BAMBINI A RISCHIO

Des del Settore Sociale CGT, vogliamo esprimere quanto segue in merito alle dichiarazioni dell'Assessore Dolors Bassa, in seguito alle nostre denunce:

- Signor Calvo, Il direttore generale della DGAIA e il ministro Bassa ci accusano di diffamazione. Purtroppo non si tratta di diffamazione, denunciamo il curriculum oggettivo del signor Calvo.

Il signor Calvo e l'assessore Bassa nelle loro dichiarazioni dimenticano (volontariamente o involontariamente) che Ricard Calvo non era soltanto il responsabile del progetto della FASI, fu vicedirettore e anche direttore generale. Durante il suo ultimo anno alla Fondazione FASI, viene assunto un direttore tecnico per sollevarlo dall'incarico di direttore tecnico e vicedirettore, e quindi poter agire come direttore generale, in assenza del signor Estanis Vayreda, che ricordiamo è direttore di SUMAR-Empresa d'Acció Social e ricopre il ruolo di vicesindaco della città di Olot per l'ex CDC. Nonostante ricoprisse già la carica di direttore generale, poco prima di essere nominato a questa posizione, dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione FASI stessa, Il Sig. Calvo lascia la carica di Direttore Generale della DGAIA. Gli educatori che hanno lavorato alla FASI e tanti altri che conoscono il progetto Case dei Bambini sanno che il signor Calvo è stato ed è uno dei grandi promotori e gestori, dai suoi inizi ai giorni nostri (da dove è in ferie) di questo progetto costellato di presunte irregolarità, come dimostrato dal prestigioso gruppo di giornalisti Ramon Barnils nell'articolo pubblicato su: http://www.media.cat/2017/06/ , dove viene condotto uno studio rigoroso, ed è avvalorato come questa fondazione paghi affitti esorbitanti, cinque volte superiori al prezzo di mercato, ad una società immobiliare che fa capo alla stessa Fondazione FASI. In altre parole, si paga affitti gonfiati con denaro pubblico, essendo una società a scopo di lucro, mentre la Fasi taglia i soldi per i bambini a rischio, le loro famiglie e gli educatori sociali che vi lavorano. Per noi, questa è una pratica perversa e spregevole: dove gli affari si fanno con il dolore di uno dei gruppi più deboli della nostra società: infanzia a rischio.

Articolo completo sul sito di CGT Catalunya

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