novembre 232015
 

25N Ci stanno uccidendoDichiarazione del Segretariato Permanente della CGT Catalunya and Libertarian Women
Manifesto della CGT contro la violenza sessista. 25 novembre 2015: Giornata internazionale contro la violenza sessista

Come ogni anno, il giorno 25 A novembre ricordiamo che stiamo facendo un conteggio macabro: ogni mese, o ogni settimana, una donna viene assassinata con la complicità dello stato macho. A testa 25 di novembre ricordiamo che non si tratta solo di omicidi, che non perdiamo la vita, che ci uccidono per essere donne, per il fatto di essere potenziali possedimenti, potenziali vittime, potenziali esseri da controllare e attaccare. A testa 25 Novembre proviamo a sottolineare che non si tratta solo di parlare delle purtroppo morte, prova a pensare che questa sia solo la punta dell'iceberg. Possiamo contare le donne maltrattate, insultato, umiliato, maltrattato, attaccato quotidianamente? Noi possiamo, bene, per misurare fino a che punto siamo costretti a vivere, nelle nostre relazioni, spazi e tempi, in una costante aggressività individuale e collettiva?

A testa 25 Novembre dobbiamo ricordare e ricordare a noi stessi che la violenza sessista non è una questione casuale e aneddotica, sono una questione sistemica e politica perché stiamo parlando di molto più che di abusi, si tratta del tentativo sistematico di assoggettare le donne a relazioni verticali e di potere, sottomettersi all'autorità patriarcale, alla vita patrilineare e obbligatoriamente eterosessuale e matrimoniale. Il continuo rivolo di donne uccise non dovrebbe essere normale, ma purtroppo questa situazione si naturalizza come se fosse un male quasi inevitabile. E questo è un modo superficiale di affrontare la situazione che la svuota di ogni contenuto politico e che condanna noi donne a non dare una buona definizione a ciò che è così necessario dire per nome..

come ciascuno 25 novembre, dobbiamo sottolineare che lo sguardo patriarcale continua a inondare il discorso pubblico in ognuno degli omicidi. A) Sì, i media continuano a parlare di donne che muoiono per mano dei loro partner o ex partner, e in questo modo sono in punta di piedi al di sopra della realtà. E non moriamo, ci uccidono. Decaffeinare questo fatto è, anche se per impostazione predefinita, Nascondi che quello che succede è che il patriarcato domina e uccide.

Continuiamo a spiegare ciascuno 25 di novembre che le amministrazioni e il circuito e le risorse istituzionali volte alla prevenzione e al trattamento della violenza sessista sono scarse e ritagli, perché probabilmente non sono importanti. sono insufficienti. E quel che è peggio è che le donne non sono informate dei diritti che hanno in tutti i punti del circuito di intervento, non è fatto dal punto di vista di una donna maltrattata e, Cosa c'è di più, Non è progettato per essere empatico e capire qual è il processo psicologico che attraversa una donna maltrattata o violentata.. Non basta dire “devi denunciare”. A) Sì, le poche patch che vengono fatte, sono fatti male, perché la violenza inizia prima della nascita, perché, come dicevamo e non smetteremo di ripetere, questa è una questione politica e sistemica.

Solo tracciando il sostegno reciproco tra le donne e creando circuiti e protocolli da un punto di vista femminista possiamo darci l'empowerment necessario a tutte coloro che si trovano in situazioni di aggressione e violenza.. Sono proprio le donne che devono agire come agenti necessari nella lotta alla violenza di genere, definire i parametri di prevenzione e gli strumenti e le risposte che devono essere utilizzati e forniti.

Nelle nostre mani abbiamo una vasta gamma. Dal miglioramento locale dei circuiti di prevenzione e intervento nei casi di violenza di genere, dalla lotta per la rimunicipalizzazione dei servizi ormai in mano ai privati, dagli accompagnamenti alle donne molestate e maltrattate, da gruppi locali e di quartiere per la promozione femminista e la sensibilizzazione contro la violenza di genere, da tutti questi strumenti, sia formale che informale, agli strumenti di autodifesa e alla promozione di nuove modalità di relazione. Autodifesa oltre il fisico, incentrato sulle donne come collettività che può essere rafforzata, ma anche che possa essere organizzato per rispondere alle aggressioni e proporre nuovi modi di fare e affrontare i casi di violenza di genere. Un'autodifesa basata sulla riflessione e sulla spiegazione ma anche sull'azione, questa capacità di azione che ci è stata usurpata e che fa parte dell'azione politica di chi soffre situazioni di oppressione.

è 25 novembre, scegliamo dove guardare, dove mettiamo il focus, nelle cose che il patriarcato non fa per noi, nelle cose che il patriarcato fa per tenerci al nostro posto politicamente corretto, o concentrarci su noi stessi e su tutto ciò che possiamo fare, gli strumenti che possiamo usare. Abbiamo nelle nostre mani tutti gli strumenti possibili, abbiamo a portata di mano la capacità di organizzarci oltre i parametri che ci contraddistinguono, e abbiamo la capacità di autogestirci tutto ciò che ci è stato tolto. Affinché, è 25 Novembre non possiamo fare altro che chiarire quale sia la nostra risposta alla violenza sessista: organizzarci, potenziare noi stessi, autogestione, spiegare e soprattutto agire. Perché non ci uccidono?, ci uccidono: contro l'azione diretta femminista del patriarcato!

Barcellona, un' 10 novembre 2015

Segreteria permanente del Comitato Confederale della CGT Catalunya
Donne libertarie della CGT

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